Genderless, gender neutral o gender fluid: quante volte ci capita orai di sentire parlare di questi termini? Soprattutto quando parliamo di identità di genere, queste parole esprimono un concetto di libertà e fluidità che si rispecchia ormai sempre più anche nel fashion. Infatti, da un desiderio di evadere da etichette e stereotipi, siamo passati a un fenomeno della cultura pop che abbraccia diversi aspetti.
Mai statement è stato più attuale. Questo è ormai il perno intorno a quali la fashion industry si interroga per capire quali capi possano essere genderless e quali no.
I marchi del lusso hanno ormai compreso che il genderless attraversa lo spazio tempo con sempre più potenza per vincere le regole scritte dalla storia dell’abito.
Nei secoli passati la moda e lo stile basato sul genere non sono mai stati una scelta personale ma sono stati dettati da rigide regole sociali e suddivisi rigorosamente in articoli per le donne e per gli uomini. Questo discorso vale ovunque nel mondo ed in maniera completamente differente, tante vero che continenti diversi usano gonne per gli uomini (Indonesia, parti dell’Africa occidentale e il tradizionale kilt scozzese ricorda la gonna conosciuta dall’occidente).
L’abbigliamento per gli uomini e le donne è stato definito culturalmente e c’è un’aspettativa culturale dietro all’abito legato al significato dell’essere uomo o donna.
Ci confrontiamo ogni giorno con persone di ogni fascia di età per creare attorno a loro un brand che non sia solo moda, ma un modo intrinseco di vivere. Creiamo capi che non ci vincolino e non mettano in discussione nulla della nostra identità ma bensì stimoli coloro che si riconoscono in esso a non vivere la moda come una regola sociale ma a scegliere solo ciò che amiamo e che sentiamo vicini alla nostra visione di bello portando gli altri ad annientare finalmente la percezione di genere.